Paolo Maldini fu rinviato a giudizio nel marzo del 2011 per un presunto tentativo di corruzione e accesso abusivo a sistema informatico ai danni del funzionario dell’Agenzia delle entrate e commercialista Luciano Bressi ‘perpetrato per garantirsi l’esenzione di controlli fiscali da parte dell’ufficio di Milano 1 dell’Agenzia delle entrate’. Poche ore fa è arrivata l’assoluzione. L’ex calciatore e bandiera storica del Milan, difeso dall’avvocato Danilo Buongiorno, era a processo a Milano perché, secondo l’accusa, avrebbe corrotto un funzionario dell’Agenzia delle entrate.
Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm di Milano, Paola Pirotta, Maldini era accusato di corruzione. Secondo l’accusa Maldini aveva messo “a libro paga” un funzionario dell’Agenzia delle entrate (Luciano Bressi che in questo procedimento ha già patteggiato 3 anni, risarcendo anche un milione di euro), a cui si sarebbe rivolto anche per una verifica illecita per il buon esito di un’ operazione immobiliare (da qui anche la contestazione dell’ accesso abusivo a sistema informatico). Accuse respinte con la sentenza. I giudici della decima sezione penale di Milano (presidente del collegio, Gaetano La Rocca) hanno, infatti, assolto nella giornata di martedì, 26 febbraio, l’ex calciatore «per non aver commesso il fatto».
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L’ex terzino rossonero, assistito dall’avvocato Buongiorno, aveva più volte spiegato nelle pause delle udienze del processo (a cui, peraltro, ha sempre partecipato) di essere «sereno», perché «non ho mai corrotto nessuno e il Tribunale se ne renderà conto». Nell’inchiesta erano rimaste coinvolte una quarantina di persone tra dipendenti dell’Agenzia delle entrate e commercialisti, i quali avrebbero aiutato decine di imprenditori e titolari di società ad aggirare i controlli fiscali o ad ottenere trattamenti più favorevoli.
Il gup di Milano, sempre nel marzo 2011, aveva archiviato, invece, l’accusa di corruzione contestata alla moglie dell’ex calciatore, Adriana Fossa, che era finita indagata per lo stesso episodio di cui era accusato il marito. “Non sono stati tre anni e mezzo facili, ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia, e questa è la giusta conclusione di un processo assurdo“, le prime parole di Paolo Maldini, affidate al suo legale, l’avvocato Danilo Buongiorno.
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